giovedì 28 marzo 2019

A TU PER TU CON MISTER FRANCO MELANI


Ci sono delle date che rimarranno per sempre impresse nelle menti degli appassionati di calcio e degli addetti ai lavori, quella del 25 Maggio 1998 è una di quelle: infatti quel giorno di ben ventuno anni fa è passato alla storia, la Larcianese vinse la Coppa Italia Dilettanti.  In panchina a guidare quell'ottimo gruppo di giocatori siedeva mister Franco Melani, che oggi incontriamo molto volentieri ed al quale porgiamo qualche domanda...

Mister cosa si ricorda di quella stagione e di quell'impresa in particolare?

“Arrivai a campionato iniziato trovando un ottimo gruppo di calciatori, tra i quali diversi giovani di sicuro valore ed affidamento che alla fine si rivelarono un valore aggiunto. Al mercato di Novembre arrivò anche un altro forte attaccante Nello Caponi, frutto di uno sforzo della Società. La Coppa Italia è una manifestazione importante, però si gioca ogni tanto per cui c’è bisogno di una gestione particolare delle risorse, e di questo ne sono stato orgoglioso. Bisogna stare attenti alle ammonizioni, a dosare bene le forze con le gare di campionato, fummo molto bravi. Il percorso fu lungo e difficile già dalla fase regionale, con tanti avversari quotati. Nella doppia finale riuscimmo a limitare i danni a Squinzano, sfruttando nella gara di ritorno ogni minimo particolare: anche nei calci di rigore avevamo dei giocatori con il sangue molto freddo come il portiere Gelli e un Pucci sempre decisivo. Grande lustro anche nella successivo trionfo nella Supercoppa contro il Campobasso”
La Larcianese di allora aveva una base solida e i dirigenti erano vogliosi di portare in alto la squadra, ci racconti qualche aneddoto?
“ Ricordo con piacere i due Presidenti Alderotti e Niccolai, tra loro erano quasi sempre in contrasto ma molto uniti e decisi quando c’era bisogno: per la loro Larcianese si facevano sempre in quattro. Elemento essenziale lo fu anche il D.S. Valdrighi, bravissimo tessitore di rapporti tra società e squadra e personaggio aggregante. L’unico rammarico è che queste persone purtroppo non ci sono più. Personalmente sono rimasto molto legato a questa Società, mi tengo informato e quando posso vengo a vedere le partite. Le auguro una risalita nelle categorie che più le competono e bello sarebbe ritrovare i tanti derby con le squadre qui della nostra zona”
E' cambiato il calcio dilettantistico da venti anni a questa parte?
“Purtroppo sì, sono cambiate tante cose. Prima di tutto è chiaro che calate le risorse da destinare al calcio dei dilettanti è calato anche il livello. L’avvento delle pay tv ha inesorabilmente cancellato gli spettatori che riempivano i campi dei paesi la domenica nel seguire le proprie squadre”
La sua storia in ambito calcistico come si è protratta, da giocatore prima ed allentatore poi? “E’ stata veramente molto lunga, più da allenatore che da giocatore. “Ho iniziato a praticare questo sport sotto la visione di  Franceschini, un talent scout dell’epoca che mi fece addirittura approdare a giocare un anno a Milano nelle giovanili dell’Inter. Tante esperienze anche nelle squadre dilettantistiche. In panchina mi sono seduto per trentacinque anni, sia a livello professionistico che dilettantistico. Ho collaborato con mister Ulivieri come suo secondo in Serie A con Torino e Cagliari. Per cinque anni sono stato osservatore per la Fiorentina. Attualmente insegno in giro per l’Italia ai corsi per allenatori Uefa B organizzati dalla F.I.G.C , nei prossimi giorni sarò per questo a Catania ad un corso con ben quaranta allievi.”